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duale

A gennaio 2020 avrei sposato senza alcuna riserva questa tua iniziativa, oggi, con consapevolezza allargata no, non posso e non voglio farlo.

Differiamo nella visione generale.

Ovviamente non amo la guerra, ma al contempo comprendo di non poter nemmeno parteggiare per la pace; tanto meno posso farlo manifestando: storicamente altro modo per non ottenere alcunché.
Pace e guerra: due facce della stessa medaglia. Chi vince, chi perde. Chi vince esulta, chi perde si lecca le ferite e si riorganizza per tornare a combattere, per tornare a vincere.

Dimmi amico mio, quando una guerra può dirsi vinta? Perché vedi, quando il nemico sconfitto alza bandiera bianca e si ritira non hai vinto, hai solo rinviato l'inevitabile futura ennesima guerra.
Vuoi la pace hai detto. Sul serio la vuoi? Vuoi far finire realmente le guerre? Vuoi vincere? E allora se vuoi vincere la guerra, devi essere disposto a fare piazza pulita dell'altra parte. Nessun superstite, se vuoi dirti vincitore!
Troppo cruento? Non sei un carnefice? Sei un pacifista? Eppure, a ben vedere, nella attuale realtà duale questo solo può garantirti la vittoria!
La vedi la follia? Riesci a vedere la follia?

L'obiettivo non può essere la pace, perché la sua stessa esistenza legittima la guerra. L'obiettivo è far cessare, silenziare, da ora e per sempre da ora, la dualità pace-guerra.
Per farlo, serve un nuovo paradigma, una nuova visione nella quale le armi tutte, fisiche e non fisiche, siano messe a terra e silenziate: tanto le armi dei guerrieri, quanto quelle non meno cruente dei pacifisti.

È necessario arrendersi!

Nella resa e nell'abbandono è l'equilibrio necessario a comprendere che siamo tutti, nessuno escluso, esattamente come, quando e dove abbiamo scelto di essere: ne buoni ne cattivi, ma anche tutti buoni e tutti cattivi.
Il sentiero che stiamo percorrendo è lo stesso e porta tutti nell'unica direzione utile a salire di consapevolezza: porta verso il dono incondizionato, quindi verso la gratuità. Dove c'è gratuità può esserci conflitto?
Tu sai bene di cosa parlo, come lo so anch'io. Tanti ancora non vedono il cammino o non l'hanno compreso, mentre altri non sono disposti ad abbracciarlo perché trovano conforto in ciò che hanno o, meglio, che credono di avere.

Scusa se mi sono dilungato tanto ?. È sempre un piacere il dialogo!

io sono noi è one people