Questa mattina mi telefona un cliente. Evito di fargli sapere che sono a casa sospeso dal lavoro, quelle poche volte che l'ho fatto ho percepito all'altro capo del telefono un certo disagio, quindi gli dico che non sono al momento disponibile e lo invito semplicemente a contattare l'ufficio, dove troverà tutta l'assistenza di cui ha bisogno.Chiudo la telefonata e torno alle mie cose.
Dopo circa un'ora mi richiama e... sorpresa!
"Ciao, sono di nuovo Micol, del ristorante Oasi. Ti ho richiamato perché sono andato in ufficio. Volevo dirti che anch'io sono messo come te, non ho fatto vaccini e robe simili. Lavoro al ristorante di mio padre facendo i tamponi ma questa situazione mi ha veramente stancato.
Ho chiesto di te e uno dei titolari mi ha detto che 'lui è no vax, non c'è' e io gli ho detto che anch'io la penso così, come te. Ho difeso le tue scelte ma poi ho lasciato perdere perché non ne vale la pena: sono stanco di discutere con chi non ha nessuna voglia di ascoltare."
La telefonata potrebbe anche finire qui ed essere già così un toccasana, una boccata di puro ossigeno, ma c'è dell'altro.
"Sai, ogni tanto organizzo qualche serata cinema tra gente fidata che ha ancora voglia di incontrarsi senza farsi troppe ' seghe mentali '. Se ti interessa, quando organizzo, ti avviso".
Riflessione personale.
Ma quando mai un cliente, prima di questa psico-follia planetaria, si sarebbe preso la briga di chiamare il tecnico che gli ripara il registratore di cassa per dimostrargli solidarietà e invitarlo alle sue serate cinema tra amici fidati?
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