Tribunale penale di Roma; ho testimoniato in un processo penale a Roma il 22.12.2022 con l’Universal Pass (UP).
Il 29/11/2022 ho accettato la citazione di comparire in un processo penale a Roma come teste firmando la notifica da donna viva e esibendo l’Universal Pass (UP).
Per la gioia che sia stato accolto senza problemi dall’uomo facente funzione di carabiniere, mi è sfuggito il fatto che lui ha scritto i miei dati in grande.
TESTIMONIANZA CON UNIVERSAL PASS IN TRIBUNALE PENALE A ROMA
Il 19/12/2022 ho mandato una pec alla sez.10 del tribunale penale di Roma indirizzata agli uomini /donne facenti funzione di Presidente del Tribunale, Giudice del procedimento, Pubblico Ministero e Cancelliere, nella quale ho allegato fotocopia del mio IAM solo in inglese, copia dell’Universal Pass (UP), copia dell’atto solenne di riconciliazione e copia della sua avvenuta protocollazione all’agenzia delle entrate il 29/9/2022, informando che l’Universal Pass (UP) era già stato accettato dall’uomo facente funzione carabiniere.
Nell’aula mi sono presenta come donna viva e autodeterminata con l’Universal Pass (UP) che ho messo sul tavolo del giudice (grande emozione). Lei mi ha detto che era stata informata che “c’era una sotto il diritto internazionale!!!", ha guardato e girato l’Universal Pass (UP), ha detto che c’era tutto, poi ha notato la scrittura in piccolo e ha detto che non fa differenza e che loro avrebbero scritto il mio nome in grande.
E’ nato un battibecco tra di noi che è finito con il fatto che lei mi ha ordinato sgarbatamente di uscire dall’aula perché come testimone io lì non ci dovevo stare.
Quando dovevo leggere le parole di rito per il giuramento ho inserito le parole “io, donna viva, …” e per me è stato un momento molto forte e commovente. Dato che insistevo con l’autodeterminazione ad un certo punto della mia testimonianza la giudice mi ha chiesto tutta stizzita cosa fosse questa autodeterminazione alche ho risposto “fondamentalmente è la separazione della finzione giuridica dalla donna viva”.
Attimo di silenzio, poi tutta l’aula è scoppiata a ridere e mi sono bloccata ma è stato un momento molto particolare: ho percepito sincero divertimento, derisone e scherno ma anche come se qualcosa di profondo si fosse liberato dentro di loro.
Al contempo sentivo che non dovevo apparire più strana del necessario per non danneggiare le anime coinvolte nel processo e non ho più detto niente.
Mi ero munita di penna viola e cuscinetto rosso per timbrare credendo che alla fine avrei dovuto firmare qualcosa ma così non è stato; comunque mio marito, uomo vivo e autodeterminato è stato testimone di tutto questo.
petra savio, IAM-ps-02231969